venerdì 15 febbraio 2013

Nel dibattito sull'area Asi di Solofra c'è la nota del Psi: "Legge Sviluppo, il Comune agisca ora"

Solofra - E' attesa nel pomeriggio la riunione del Consiglio comunale di Solofra con all'ordine del giorno le questioni inerenti all'area Asi e al Distretto industriale. Sul punto si registra la nota della componente del Psi conciario, elemento della maggioranza consiliare di 'Solofra Domani'.

"E’ nostra opinione - si legge - che il futuro, non solo economico, delle nostre popolazioni si gioca sulle scelte che saremo costretti a fare in materia di sviluppo della nostra Area di sviluppo industriale. Segnatamente la responsabilità più gravosa ricade su codesto Consesso, al quale solo spetta il diritto di scelta per determinare il colore del proprio domani.
Bisogna dare atto all’associazione TESI di aver acceso i riflettori sulla obsolescenza dello strumento urbanistico ASI, delle norme in esso contenute (che regolano l’organizzazione dell’agglomerato industriale di SOLOFRA), e sulla necessità, dopo quasi trenta anni, di dare vita ad un nuovo strumento urbanistico territoriale che tenga conto della nuova realtà del distretto e delle nuove necessità imprenditoriali ed occupazionali, rivisitandone la normativa che ne è alla base.

Gli impegni che il nuovo Presidente del Consorzio è stato costretto ad assumere pubblicamente sono di adozione del nuovo strumento entro l’estate prossima. Dopo l’adozione, ammesso che si faccia nei termini previsti, cominceranno i vari iter burocratici, i quali saranno fatalmente condizionati dai vari interessi politici in campo. Bene! Intanto, però, cosa si fa? I tempi della politica e gli interessi che ne condizionano lo scorrere quasi sempre non hanno lo stesso passo delle iniziative imprenditoriali che corrono veloci ed in un mondo frenetico, nel quale l’azione deve immediatamente seguire il pensiero, non si può correre il rischio di perdere una sola opportunità. E le necessità, di ordine contingente, derivanti anche dalla concorrenza internazionale, non consentono pause, pena il mancato sviluppo ed il futuro delle nostre generazioni. C’è, quindi, necessità di azioni immediate e concrete che possano consentire alla nostra classe imprenditoriale di adeguarsi al territorio e di aprirsi a nuove iniziative che consentano di preparare il domani e di guardare ad esso con serenità, nella convinzione di dover fare scelte adeguate per dare ai nostri figli un futuro nel proprio territorio.

Dal lontano 1975 abbiamo, come socialisti, spinto sull’acceleratore della delocalizzazione e dello sviluppo dell’Area ASI; siamo stati noi ad aprire i piccoli e medi imprenditori ai mercati nazionali ed internazionali, coinvolgendo l’Amministrazione comunale, e facendo recepire l’importanza e la necessità della sinergia pubblico-privato per lo sviluppo del nostro territorio e del suo hinterland. Sono stati sempre i socialisti a promuovere il disegno del distretto industriale con Serino ed il Montorese e siamo stati sempre noi a predicare, inascoltati, contro la monocultura economico-industriale ed a sottolineare la necessità di aprirsi a nuove opportunità, allora, come ora, preoccupati del domani.

Siamo ancora convinti che non possa e non debba essere la sola concia e trasformazione del pellame la nostra unica vocazione! Storicamente siamo stati conosciuti nel mondo per l’arte del battiloro e del bronzo e, nel tempo, adeguandoci al nuovo, ci siamo imposti ai mercati nazionali ed esteri per la nuova attività della concia e manifattura delle pelli: nessun esponente politico, magari spinto da interessi diversi a tutela di altre realtà industriali, può condannarci ad una ghettizzazione che non trova alcuna logica spiegazione e significa la mortificazione per decreto del nostro spirito di iniziativa e del nostro DNA imprenditoriale. Ora come ora è necessario attrarre nuovi capitali e nuovi investitori, per cui si rende necessario ed indifferibile rivisitare, fin da subito, e ce ne dà opportunità la legge 106/2011 (iniziative per lo sviluppo), la regolamentazione obsoleta che ha per quasi mezzo secolo ammanettato, in una scelta obbligata di monocultura, l’uso della nostra zona industriale la quale, pure attrezzata, pur situata in posizione strategica e servita da snodi autostradali che la collegano agevolmente ai grandi mercati anche marittimi, con notevoli prospettive di sviluppo, si lascia, invece, costringere e soffocare da volontà ed interessi diversi con lacci e lacciuoli che, se non spezzati per tempo, ne provocheranno la inesorabile morte.

Paradossalmente, ma specificamente, spetta al Comune di Solofra agire con la tempestività necessaria, e lo può fare (abbiamo detto legge 106/2011 e normativa successiva), lo deve fare! E’ ora, secondo noi, di deliberare e sancire la volontà di modificare, invertendo rotta, la regolamentazione vigente nel senso di richiedere, in attesa del nuovo piano territoriale,con forza ed a norma di legge, al Consorzio ASI di Avellino e per esso alla Regione Campania, di consentire all’Area di Sviluppo Industriale di Solofra di aprirsi a nuove attività industriali e/o artigianali o di piccola e media impresa, che non siano solo calzature, ma anche borsetterie, abbigliamento, servizi, energia, esposizioni, turismo, ambiente, cultura e quanto altro possa contribuire a rimettere in moto l’economia e l’inventiva imprenditoriale, per creare occupazione e sviluppo. In altre parole prepararsi al futuro, che non necessariamente debba essere condizionato e basato su un solo tipo di attività, come dimostra la nostra storia. Per agevolare e velocizzare le opportunità potrà soccorrere la proposta dell’associazione TESI di frazionamento delle strutture esistenti ed inattive, in un discorso organico ed ordinato, con criteri validi di “ compatibilità e complementarietà delle funzioni “, opportunamente regolamentato e nel rispetto dell’ambiente e degli standard urbanistici, sotto lo sguardo attento e programmatore delle istituzioni. Un deliberato del Consiglio comunale in questa direzione darebbe il senso della capacità della classe politica ed amministrativa di stare vicino a quella imprenditoriale ed ai lavoratori, preoccupata del futuro proprio e dei propri figli, tutta protesa alla ricerca delle soluzioni necessarie. Altro che ascoltare pifferai da campagna elettorale!

Una siffatta espressione determinata di volontà politica, con queste scelte e adottata con la immediatezza necessaria, se recepita con la stessa sollecitudine dall’ASI (e qui si misureranno le reali volontà!), espliciterebbe senza mezzi termini o sudditanze la capacità di una comunità di volere essere arbitra del proprio futuro e ridarebbe alla classe politica, al di là del colore, la dignità appannata.

Crediamo con queste nostre riflessioni di aver dato al dibattito in corso il nostro contributo, che non faremo mancare, anche se con lo stesso modo insolito, su altri argomenti che interessano il bene comune ed il futuro delle nostre zone", conclude la nota.

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