sabato 16 febbraio 2013

Asi Solofra, via libera al cambio di destinazione d'uso. Il plauso degli associati TeSI

SOLOFRA - Via libera all'ipotesi di cambio di destinazione d'uso contenuta nella Legge Sviluppo per le attività industriali nell'area Asi di Solofra. Maggioranza e opposizione fanno quadrato in Consiglio, approvando all'unanimità la delibera che - presentata dai cinque componenti dell'opposizione - dopo anni di confronti e battaglie dà una prima risposta ad una problematica molto sentita dal mondo dell'impresa.
Nello specifico Palazzo Orsini ha dato il proprio placet all'utilizzo del procedimento in deroga - più veloce di quello della variante urbanistica - per il cambio d'uso verso destinazioni 'compatibili o complementari', secondo una valutazione discrezionale che verrà delegata al Consiglio comunale. I privati, dunque, avranno facoltà di procedere al cambio d'uso delle proprie aree attraverso un permesso in deroga allo strumento urbanistico, previsto dall'articolo 14 del Dpr 380/2001.

L'associazione T.e S.I. (Tutela e Sviluppo Integrato) plaude alla decisione voluta all'unanimità dal consesso civico di Solofra di approvare l'ammissibilità delle modifiche di destinazione d'uso in atto nell'area Asi. Così si legge in una nota: "Con tale delibera, d'ora in avanti, sarà possibile - previo passaggio in Consiglio comunale - richiedere la diversificazione delle attività in deroga agli attuali strumenti urbanistici, fermo restando il rispetto degli standard urbanistici, delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attività edilizia.

In parole povere, sarà possibile - finalmente - poter avviare anche altre attività diverse dalla concia ma sempre produttive di reddito all'interno dell'area industriale di Solofra che da oggi dovrà definirsi area imprenditoriale e che, per logistica e infrastrutture, è oggi più che mai un punto di riferimento per l'asse commerciale Tirreno-Adriatico.

Toccherà adesso definire le linee guida che regolamentino i singoli casi di specie utili alla rigenerazione urbana per l'applicazione di una corretta e adeguata diversificazione, onde evitare che si crei un caos urbanistico. Nel contempo si precisa che la Legge 106/2011 è uno strumento concepito non solo per riqualificare aree urbane degradate, che non corrispondono sic et simpliciter ai centri urbani, ma anche e sopratutto per razionalizzare il patrimonio edilizio esistente, rendendolo piu adatto alle attuali esigenze.

Così come ribadito anche dall'assessore Agata Tarantino, ai portatori di interesse ovvero agli imprenditori solofrani spetterà, invece, il compito di realizzare concretamente quanto deliberato nell'ultimo Consiglio comunale.

In questa direzione, i tecnici di TeSI - al lavoro sin dal novembre del 2011 sulla questione dei cambi di destinazione d'uso previsti dalla Legge Sviluppo - si dicono sin da subito, come pure già annunciato nel corso del convegno del primo febbraio "Ripensare il piano Asi, è pubblico interesse!", a supportare tutte le decisioni che disciplineranno i cambi di destinazione d'uso e i futuri frazionamenti", conclude la nota.

venerdì 15 febbraio 2013

Nel dibattito sull'area Asi di Solofra c'è la nota del Psi: "Legge Sviluppo, il Comune agisca ora"

Solofra - E' attesa nel pomeriggio la riunione del Consiglio comunale di Solofra con all'ordine del giorno le questioni inerenti all'area Asi e al Distretto industriale. Sul punto si registra la nota della componente del Psi conciario, elemento della maggioranza consiliare di 'Solofra Domani'.

"E’ nostra opinione - si legge - che il futuro, non solo economico, delle nostre popolazioni si gioca sulle scelte che saremo costretti a fare in materia di sviluppo della nostra Area di sviluppo industriale. Segnatamente la responsabilità più gravosa ricade su codesto Consesso, al quale solo spetta il diritto di scelta per determinare il colore del proprio domani.
Bisogna dare atto all’associazione TESI di aver acceso i riflettori sulla obsolescenza dello strumento urbanistico ASI, delle norme in esso contenute (che regolano l’organizzazione dell’agglomerato industriale di SOLOFRA), e sulla necessità, dopo quasi trenta anni, di dare vita ad un nuovo strumento urbanistico territoriale che tenga conto della nuova realtà del distretto e delle nuove necessità imprenditoriali ed occupazionali, rivisitandone la normativa che ne è alla base.

Gli impegni che il nuovo Presidente del Consorzio è stato costretto ad assumere pubblicamente sono di adozione del nuovo strumento entro l’estate prossima. Dopo l’adozione, ammesso che si faccia nei termini previsti, cominceranno i vari iter burocratici, i quali saranno fatalmente condizionati dai vari interessi politici in campo. Bene! Intanto, però, cosa si fa? I tempi della politica e gli interessi che ne condizionano lo scorrere quasi sempre non hanno lo stesso passo delle iniziative imprenditoriali che corrono veloci ed in un mondo frenetico, nel quale l’azione deve immediatamente seguire il pensiero, non si può correre il rischio di perdere una sola opportunità. E le necessità, di ordine contingente, derivanti anche dalla concorrenza internazionale, non consentono pause, pena il mancato sviluppo ed il futuro delle nostre generazioni. C’è, quindi, necessità di azioni immediate e concrete che possano consentire alla nostra classe imprenditoriale di adeguarsi al territorio e di aprirsi a nuove iniziative che consentano di preparare il domani e di guardare ad esso con serenità, nella convinzione di dover fare scelte adeguate per dare ai nostri figli un futuro nel proprio territorio.

Dal lontano 1975 abbiamo, come socialisti, spinto sull’acceleratore della delocalizzazione e dello sviluppo dell’Area ASI; siamo stati noi ad aprire i piccoli e medi imprenditori ai mercati nazionali ed internazionali, coinvolgendo l’Amministrazione comunale, e facendo recepire l’importanza e la necessità della sinergia pubblico-privato per lo sviluppo del nostro territorio e del suo hinterland. Sono stati sempre i socialisti a promuovere il disegno del distretto industriale con Serino ed il Montorese e siamo stati sempre noi a predicare, inascoltati, contro la monocultura economico-industriale ed a sottolineare la necessità di aprirsi a nuove opportunità, allora, come ora, preoccupati del domani.

Siamo ancora convinti che non possa e non debba essere la sola concia e trasformazione del pellame la nostra unica vocazione! Storicamente siamo stati conosciuti nel mondo per l’arte del battiloro e del bronzo e, nel tempo, adeguandoci al nuovo, ci siamo imposti ai mercati nazionali ed esteri per la nuova attività della concia e manifattura delle pelli: nessun esponente politico, magari spinto da interessi diversi a tutela di altre realtà industriali, può condannarci ad una ghettizzazione che non trova alcuna logica spiegazione e significa la mortificazione per decreto del nostro spirito di iniziativa e del nostro DNA imprenditoriale. Ora come ora è necessario attrarre nuovi capitali e nuovi investitori, per cui si rende necessario ed indifferibile rivisitare, fin da subito, e ce ne dà opportunità la legge 106/2011 (iniziative per lo sviluppo), la regolamentazione obsoleta che ha per quasi mezzo secolo ammanettato, in una scelta obbligata di monocultura, l’uso della nostra zona industriale la quale, pure attrezzata, pur situata in posizione strategica e servita da snodi autostradali che la collegano agevolmente ai grandi mercati anche marittimi, con notevoli prospettive di sviluppo, si lascia, invece, costringere e soffocare da volontà ed interessi diversi con lacci e lacciuoli che, se non spezzati per tempo, ne provocheranno la inesorabile morte.

Paradossalmente, ma specificamente, spetta al Comune di Solofra agire con la tempestività necessaria, e lo può fare (abbiamo detto legge 106/2011 e normativa successiva), lo deve fare! E’ ora, secondo noi, di deliberare e sancire la volontà di modificare, invertendo rotta, la regolamentazione vigente nel senso di richiedere, in attesa del nuovo piano territoriale,con forza ed a norma di legge, al Consorzio ASI di Avellino e per esso alla Regione Campania, di consentire all’Area di Sviluppo Industriale di Solofra di aprirsi a nuove attività industriali e/o artigianali o di piccola e media impresa, che non siano solo calzature, ma anche borsetterie, abbigliamento, servizi, energia, esposizioni, turismo, ambiente, cultura e quanto altro possa contribuire a rimettere in moto l’economia e l’inventiva imprenditoriale, per creare occupazione e sviluppo. In altre parole prepararsi al futuro, che non necessariamente debba essere condizionato e basato su un solo tipo di attività, come dimostra la nostra storia. Per agevolare e velocizzare le opportunità potrà soccorrere la proposta dell’associazione TESI di frazionamento delle strutture esistenti ed inattive, in un discorso organico ed ordinato, con criteri validi di “ compatibilità e complementarietà delle funzioni “, opportunamente regolamentato e nel rispetto dell’ambiente e degli standard urbanistici, sotto lo sguardo attento e programmatore delle istituzioni. Un deliberato del Consiglio comunale in questa direzione darebbe il senso della capacità della classe politica ed amministrativa di stare vicino a quella imprenditoriale ed ai lavoratori, preoccupata del futuro proprio e dei propri figli, tutta protesa alla ricerca delle soluzioni necessarie. Altro che ascoltare pifferai da campagna elettorale!

Una siffatta espressione determinata di volontà politica, con queste scelte e adottata con la immediatezza necessaria, se recepita con la stessa sollecitudine dall’ASI (e qui si misureranno le reali volontà!), espliciterebbe senza mezzi termini o sudditanze la capacità di una comunità di volere essere arbitra del proprio futuro e ridarebbe alla classe politica, al di là del colore, la dignità appannata.

Crediamo con queste nostre riflessioni di aver dato al dibattito in corso il nostro contributo, che non faremo mancare, anche se con lo stesso modo insolito, su altri argomenti che interessano il bene comune ed il futuro delle nostre zone", conclude la nota.

mercoledì 13 febbraio 2013

“Amministrazione disinteressata a questioni di sviluppo, deve essere voce della volontà della Comunità”

SOLOFRA – “Facendo seguito al convegno organizzato dalla nostra associazione T.e S.I. nella giornata di venerdì 1 febbraio, durante il quale con successo abbiamo illustrato le potenzialità del Distretto industriale di Solofra e le plausibili alternative di sviluppo dello stesso utilizzando come volano l’occasione di operare con i cambi di destinazione d’uso, procedura illustrata dalla legge n. 106 del 2011 (Decreto sviluppo) all’art. 5, comma 13, lettera a), e in previsione del dibattimento del 5° punto all’ordine del giorno nella seduta del Consiglio Comunale indetta per il giorno 15 febbraio ’13, rilevo riluttanza ed inedia di posizione da parte degli Enti e degli organi comunali che dovrebbero essere i maggiori interessati a questo tipo di sviluppo”. Così in una nota l’arch. Biagio Vigilante, presidente dell’associazione T.e S.I. (Tutela e Sviluppo Integrato).

“Le opportunità spalancatesi con una razionale applicazione dell’articolo 5 del citato Decreto Sviluppo sono inimmaginabili. La possibilità di aprire a nuovi operatori economici interessati in primis alla posizione strategica di Solofra ed in secundis alle sue infrastrutture ormai collaudate nel corso degli anni, nonché stimolati da una classe imprenditoriale ed operaia sempre pronta a nuove sfide e nuovi traguardi, dovrebbero stimolare un dibattito concreto che porti ad una presa di posizione forte e decisa, svincolata da poteri occulti che altro no vogliono che una lenta agonia della nostra cittadina – continua Vigilante – Non ci si preoccupi di perdere la nostra identità conciaria, non succederà mai: il distretto conciario e forte e rappresentativo, sviluppa da solo il 90% del fatturato conciario della regione Campania ma soprattutto è la quarta economia nazionale, la sua forza è e sarà sempre mossa dalla volontà di imprenditori volenterosi e pionieri nella ricerca”.

“L’applicazione razionale del Decreto Sviluppo non porterà alla perdita di identità, poichè volto ‘… al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate’, vuole garantire una possibilità di riconversione economica del tessuto urbano esistente senza però prescindere delle regole fondamentali che altrimenti genererebbero un caos urbanistico senza precedenti”.

Tocca dunque ad un’amministrazione virtuosa farsi portatrice delle volontà dei suoi cittadini, esprimersi in merito con l’adozione di una delibera che identifichi le aree interessate dai cambi di destinazione e tabelli le attività che potrebbero essere complementari o compatibili e non conflittuali con quelle attualmente presenti.
Ribadisco dunque che è fondamentale che il tutto parti dalla nostra amministrazione, la stessa non deve temere l’attacco da parte di nessun Ente o Consorzio sovracomunale, la legge parla chiaro: ‘… in deroga agli strumenti urbanistici’. Nel corso degli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi nulla si è fatto, nessuna decisione è stata presa, nessun atto formale, solo dichiarazioni sui giornali. Tutto questo immobilismo lascia perplessi e apre la mente a considerazioni che il più delle volte si riconducono al vecchio detto ‘… a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca’”.

Vigilante prosegue: “E’ in quest’ottica che è fondamentale interagire con gli Enti ed in particolar modo con i nostri amministratori in quanto è nei loro doveri considerare le volontà di coloro che li hanno eletti a rappresentarli. Noi personalmente come associazione ci siamo sempre dimostrati collaborativi e siamo e saremo sempre a disposizione di tutti cloro abbiano necessità di chiarimenti. I nostri associati sono sempre presenti ad ogni convegno e/o presentazione sia in qualità di portatori d’interesse ma soprattutto come uditori che possano in seguito relazionare e proporsi come figure chiarificatrici.

Lo stesso, e di ciò ne sono rammaricato, non può dirsi della nostra amministrazione che alla presentazione del P.T.C.P. presso il Carcere Borbonico ad Avellino era assente anche se ufficialmente invitata. In quella sede abbiamo appreso con rammarico che il preliminare del piano doveva essere oggetto di una fase di consultazione con i soggetti interessati (Comune di Solofra), fase che invece non c’è stata. A tal punto era necessaria e fondamentale la presenza dei nostri rappresentanti che quanto meno avrebbero dovuto comunicare il loro dissenso.

In ogni caso spero che si prendano seri provvedimenti a questo immobilismo amministrativo, Solofra non può pagare lo scotto di sbagliati accordi o miopi vedute sul futuro, non dobbiamo perdere altre occasioni, non si può più pensare che per il bene di un singolo gruppo bisogna sacrificare la crescita di un’intera comunità. A tal proposito plaudo la dichiarazione fatta dal consigliere comunale Donato Grassi. Qualcosa forse si muove? Noi non resteremo fermi ad attendere”, conclude il presidente di T.e S.I.

lunedì 4 febbraio 2013

Solofra, TeSI: "Al fianco dei portatori d'interesse per promuovere azioni di sviluppo"


SOLOFRA - Tempo di bilanci per l'associazione T.e S.I. (Tutela e Sviluppo Integrato) di Solofra. Il considerevole successo di pubblico al convegno 'Ripensare il piano Asi: è pubblico interesse!' (Solofra, 1 febbraio 2013) e i tanti attestati di merito riconosciuti al lavoro dei tecnici aderenti all'associazione, spingono TeSI a proseguire nel lavoro del solco già scavato con la presentazione della proposta di rielaborazione degli assetti territoriali. 
Così in una nota: "Soddisfatti della forte partecipazione e del grande interesse mostrato dagli operatori economici intervenuti - si legge - l'associazione TeSI si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti, che hanno portato a dare dei tempi certi sulla variante al piano Asi. Infatti, il presidente del consorzio di sviluppo industriale, Belmonte, ha annunciato trenta giorni per completare il piano e l'adozione entro l'estate. Inoltre, è stata chiara la posizione del Sindaco di Solofra, Vignola, che ha ribadito l’importanza della diversificazione delle attività produttive e il completamento della filiera nonché del frazionamento degli opifici esistenti, confermando l’importanza strategica del distretto di Solofra. L’associazione, visto l’esito di tale iniziativa, invita i soggetti interessati a continuare su questa strada e chiede all’amministrazione comunale di chiarire la situazione circa la delocalizzazione delle aziende esistenti nel perimetro urbano nell’ottica di predisporre quanto di competenza per dichiarare costituito l’assetto dell’area industriale e valutare in via definitiva le potenzialità territoriali del nostro nucleo produttivo. I lavori dei tecnici di TeSI, su questo tema, continueranno con grande impegno e spirito comunitario divulgando il documento di sintesi contenente le proposte redatte, raccogliendo adesioni e continueranno ad operare sul territorio, in sinergia con gli Enti sovraordinati e l’amministrazione pubblica locale, promuovendo ogni iniziativa atta a creare le condizioni per lo sviluppo", conclude la nota. 
In tal senso, si comunica ai portatori di interesse, infine, che è attivo il portale web del Convegno 'Ripensare il Piano Asi: è pubblico interesse!' agli indirizzi http://ripensareilpianoasi.blogspot.it e ripensareilpianoasi.tk. Qui gli interessati avranno la possibilità di scaricare tutti i documenti e gli atti del convegno, il documento di sintesi di TeSI, interagire con gli associati e rivedere online le immagini video degli interventi del Convegno.