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VIDEO/ La rassegna stampa degli ultimi anni sulla vicenda Asi.


VIDEO/ Report sulla aree industriali in Irpinia

Da questo video risulta chiaro, che i distretti “industriali” dell'Irpinia, concepiti con intenti, scenari e in dinamiche industriali adeguate al secondo dopo guerra, ormai hanno fatto il loro corso; sul nostro territorio ormai non si può più trascurare quello che negli ultimi tempi diversi importanti distretti industriali hanno mostrato e cioè una forte riduzione nella propria potenza competitiva, con la conseguente uscita dal mercato di numerose piccole e medie imprese e l’abbandono dei relativi siti produttivi.
Le cause sicuramente molteplici ma in particolare lo spostamento delle attività industriali in paesi con economie emergenti e in forte crescita dove i costi della manodopera sono tendenzialmente bassi, si veda la Cina e i paesi sud americani. Questa transizione strutturale dei distretti, affievolita solo dalla sopravvivenza, per fortuna, di poche imprese capaci di evolversi e che hanno puntato e investito sulla qualità, pone le premesse per un profondo cambio della “funzione” economica dominante dei territori distrettuali, con conseguenze potenzialmente forti anche sul piano della trasformazione immobiliare.
Solofra, infatti, da sempre leader nel settore della concia della pelle, a causa della forte crisi che ha colpito il settore sta facendo i conti con una forte diminuzione della produzione e dei fatturati. Conseguenza di tale stato è la chiusura di molte aziende e la relativa diminuzione dei posti di lavori con un aumento del tasso di disoccupazione. Lo spirito imprenditoriale e la voglia di creare opportunità e soprattutto nuovi posti di lavoro ha portato molti imprenditori a cercare nuove idee e a voler intraprendere nuovi percorsi imprenditoriali investendo capitali e riutilizzando immobili concepiti per l’attività conciaria. Le nuove iniziative sono per lo svolgimento di attività, sempre produttive di reddito, ma anche alternative alla concia. E’ questa una realtà non innovativa ma ormai naturale che investe gran parte delle aree industriali dell’Europa del Sud ed in particolare della regione nord-mediterranea definita “deindustrializzazione relativa” ovvero la transizione di situazioni di forte industrializzazione ad altre forme di ricomposizione dei sistemi produttivi.
I distretti però sono caratterizzati da notevoli specificità, così come quello di Solofra, sviluppate in precedenza. Occorre quindi procedere alla “rivalorizzazione” seguendo percorsi peculiari, basandosi su strategie territoriali particolarmente coerenti, auto-promosse dalle forze interne alle ex-reti distrettuali interessate a ottimizzare nel lungo periodo le potenzialità dei capitali fissi del distretto, sia per quanto concerne i valori immobiliari quantitativi che quelli, qualitativi, della “collettività sociale” del distretto. Freno di tale processo di trasformazione del distretto industriale solofrano un piano urbanistico concepito quasi mezzo secolo fa che vieta mutamenti di destinazioni d’uso e non consente i frazionamenti degli opifici esistenti.

5 commenti:

  1. Che stiamo aspettando a Solofra? Di fare la fine dell'area industriale del Cratere? Vogliamo che le nstre concerie diventino cattedrali nel deserto?

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  2. non vedo limiti di peggioramento... la politica entra dove non deve, le professionalità bloccate...i fondi vengono bloccati dalle burocrazie politicizzate e lo sviluppo dove sta???basta con le chiacchiere...!!!

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  3. Gentile Antonio Pirolo, ho partecipato con molto interesse alla conferenza sul problema “A.S.I.” ,
    voluta ed organizzata dall’associazione dei tecnici “TeSI” di Solofra , conscio dell’importanza vitale che essa significava per l’economia e lo sviluppo futuro della nostra città. Devo dire, con rammarico, che sono stato negativamente colpito per l’assenza di gran parte dei conciatori, ad eccezione di quei pochi che la fanno da padroni, a giusto merito, in tale settore. Eppure era loro interesse partecipare e dare sostegno alla battaglia che questo gruppo di giovani Architetti ed Ingegneri hanno iniziato e vogliono portare avanti, gratis et amore dei, affinchè si risolva a favore di Solofra la spinosa diatriba che si è accesa con l’ente ASI. Inoltre mi riesce difficile capire come la partecipazione di alcuni personaggi, che, per la loro autorevolezza, avrebbero dovuto apportare validi suggerimenti per la soluzione del problema non hanno saputo fare che solo critiche insensate e prive di contenuto e da qualcuno, addirittura, prive di grammatica e che al primo accenno di giuste
    richieste da parte dei tecnici organizzatori del mething, non ha saputo fare altro che abbandonare la provvisoria politica poltrona, stavolta fuori sede, per scansarsi dagli attacchi che gli sarebbero piovuti addosso dopo le sue ambigue affermazioni, dimentico , fra l’altro, che una mega discoteca, pochi anni addietro ebbe sede nel cuore della zona industriale di Avellino e non certo per l’invenzione di un tornio, suggerimento poco legale dato ed affermato nel convegno. Invito tutti i preposti a cambiare idea sulla questione ASI di Solofra e spero che le future scelte rispettino le aspettative degli industriali, artigiani e commercianti e non inducano loro ad essere degli illegali nella legalità. Inoltre se qualcuno crede che con il suo apporto poco opportuno , caldeggiato da qualche politico di turno, Solofra diventi una città gli ricordo che noi già siamo una CITTA’ e non da ieri ma già da tre secoli, quindi, quando venite a Solofra, oltre a chiedere la strada da percorrere per arrivarci informatevi pure di qualche notizia storica per non fare brutta
    figura quando aprite la bocca.Porgo le mie congratulazioni alla conduzione, finalmente, solofrana.Ne abbiamo le tasche piene dei dottoroni stranieri.

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  4. Un esempio di riconversione: http://retailfood.it/2013/01/le-cotoniere-cambiano-volto-a-salerno/

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