Lettere

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Da Ing. Gerardo Rizzo in data 19/02/2013
Lettera di replica al Presidente dell’ASI di Avellino

Gentile Presidente
ritengo che la più grande virtù che illumina la nostra vita è “LA SPERANZA”, in fondo senza di essa chi oserebbe iniziare una grande impresa? Chi avrebbe il coraggio di affrontare il futuro oscuro come quello che stiamo vivendo? Come potremmo concepire l’invenzione, l’arte, la bellezza, senza avere dentro la speranza che nel futuro prossimo le cose cambino? Nessuno di noi si metterebbe a produrre il bello, l’arte. Io lo so presidente che quando il nuovo avanza il vecchio si difende, un po’ per paura di perdere le rendite di posizione, ma anche perché non vuole cambiare.
Mi rendo conto che questo principio le sfugge, lo leggo nella risposta che mi ha dato, condita, tra l’altro, di questioni poco nobili e che poteva, a mio avviso, risparmiarsi. Lei certo viene dalla una scuola Politica della
rappresentanza, io invece ho LA SPERANZA che la Democrazia partecipativa si attui per intero attraverso il confronto, come facciamo, in modo CONDIVISO e ORGANIZATO, noi della associazione Te.S.I.
Non le sfugga mai che tutto quanto fa la nostra Associazione è ragionato e profondamente digerito. Nel ragionamento comune nasce sempre una idea che non spira, per cui il pensiero che si debba LIBERARE l’area industriale di Solofra è comune. Abbiamo avuto coraggio a dirlo e, se mi consente, anche di scriverlo. Sulle verità poi evidenziate su questa Provincia non voglio tornarci, sono la storia che sappiano leggere. Altro che POLEMICHE Presidente! Qui Polemiche non se ne fanno perché è in gioco il futuro di una intera comunità e, se mi consente, di un DISTRETTO INDUSTRIALE. Per questo abbiamo indicato le norme per le quali è possibile cambiare e le sosterremo fino in fondo nell’interesse della Comunità e del Lavoro. Sono certo che molti ci staranno vicini, perciò si faccia bene e presto. E’ passato molto, troppo tempo dalla proposta del Piano Regolatore Intercomunale rispedito al mittente.
Intanto le sottolineo ancora che è illegale, secondo i dettami delle Corte Europea, limitare il libero esercizio di impresa se non per salvaguardare la pubblica incolumità, per questo non vogliamo subire contingenti.
Sappiamo tutti che l’area industriale di Solofra nasce a vocazione conciaria, ma il mondo è cambiato e dobbiamo pensare, seppur nel rispetto della tradizione, ad un nuovo sviluppo sostenibile e ecocompatibile.
Per questo principio in Europa si sono concretizzati molti recuperi di aree dismesse o in crisi. Dobbiamo essere in grado di valorizzare i punti di forza di questo territorio. Alcuni di questi sono certamente la
vicinanza dai grandi assi viari e dai servizi in generale. Lo abbiamo ripetuto tante volte. Oggi dobbiamo progettare una combinazione “ intelligente” di risorse della Città, dei cittadini autonomi, indipendenti e
consapevoli, coniugando “economia, mobilità, ambiente, popolo, vita e governo del territorio“. Questo Presidente è ciò che noi “ESPERTI” chiamano, nel contesto dei cambiamenti tecnologici ed economici che nascono dalla globalizzazione e che ci guideranno nella Città del terzo millennio, le Smart Cities. Sono contento che ha tenuto in considerazione quanto da me scritto nella lettera aperta, per la verità manifestazioni di assenso ci sono venute tanti cittadini che ringrazio anche perché noi stiamo prendendoci cura di una questione che, come abbiamo sancito sul manifesto “E’ PUBBLICO INTERESSE” e, come le ho sottolineato durante in dibattito , è anche una questione SOCIALE. E’ un VALORE COMUNE. Sappia Presidente che è spaventoso essere in balia di persone che non si prendono cura di te. Come avviene per i bambini trascurati, questi diventano cattivi o capricciosi. A volte è meglio essere sgridati che ignorati. Noi oltre ad essere individui unici ed inconfondibili siamo anche una cellula della società che ostituisce il grande organismo che ci nutre, ci alleva, ci da il linguaggio , la conoscenza scientifica, i valori. Ci mobilitiamo in caso di pericolo, di paura e, solo in questo caso, l’aspetto collettivo ha il sopravvento su
quello personale. Allora ci dimentichiamo di noi stessi perché siamo convinti che ciò ha un valore assoluto. Facciamo tutto questo perché abbiamo un solo obbligo, quello di lasciare a tutti i bambini di SOLOFRA un
territorio migliorato, sia nella materia che nello spirito, perché riteniamo necessario riscoprire il senso della responsabilità e del confronto. Ma sappiate mantenere la parola e vogliate avere la pazienza di ascoltare la
gente, noi vi abbiamo inviato le nostre idee, Lei, come ha promesso, faccia la sua parte presto.
Ing. Gerardo RIZZO


Da F. V. in data 04/02/2013

Gentile Antonio Pirolo,
ho partecipato con molto interesse alla conferenza sul  problema  “A.S.I.”, voluta ed organizzata dall’associazione dei tecnici  “TeSI”  di Solofra, conscio dell’importanza vitale che essa significava  per l’economia e lo sviluppo futuro della nostra città.  Devo dire, con rammarico, che sono stato negativamente colpito per l’assenza di gran parte dei conciatori, ad eccezione di quei pochi che la fanno da padroni, a giusto merito, in tale settore.
Eppure era loro interesse partecipare e dare sostegno alla battaglia che questo gruppo di giovani Architetti ed Ingegneri hanno iniziato e vogliono  portare avanti, gratis et amore dei, affinchè si risolva a  favore di Solofra la spinosa diatriba che si è accesa con l’ente ASI. Inoltre mi riesce difficile capire come la partecipazione di alcuni personaggi, che, per la loro autorevolezza, avrebbero dovuto apportare validi suggerimenti per la soluzione del problema non hanno saputo fare che solo critiche insensate e prive di contenuto e da qualcuno, addirittura, prive di grammatica e che al primo accenno di giuste richieste da parte dei tecnici organizzatori del mething, non ha saputo fare altro che abbandonare la provvisoria politica poltrona, stavolta fuori sede, per scansarsi dagli attacchi che gli sarebbero piovuti addosso dopo le sue ambigue affermazioni, dimentico, fra l’altro, che una mega discoteca, pochi anni addietro ebbe sede nel cuore della zona industriale di Avellino e non certo per l’invenzione di un tornio, suggerimento poco legale dato ed affermato nel convegno. Invito tutti i preposti a cambiare idea sulla questione ASI di Solofra e spero che le future scelte rispettino le  aspettative degli industriali, artigiani e commercianti e non inducano loro  ad essere degli illegali nella legalità. Inoltre se qualcuno crede che con il suo apporto poco opportuno, caldeggiato da qualche politico di turno, Solofra diventi una città gli ricordo che noi già siamo una CITTA’ e non da ieri ma già da tre secoli, quindi, quando venite a Solofra, oltre a chiedere la strada da percorrere per arrivarci informatevi pure di qualche notizia storica per non fare brutta figura quando aprite la bocca. Porgo le mie congratulazioni alla  conduzione, finalmente, solofrana. Ne abbiamo le tasche piene dei dottoroni stranieri.

Da Ing. Gerardo Rizzo in data 11/02/2013
Lettera aperta al Presidente dell’ASI di Avellino

Grazie presidente,
Per avere accettato l’invito di venire a Solofra al nostro convegno , io veramente la ringrazio ma a me piace ricordare, come tra l’altro lei ha brillantemente disquisito nel suo parlare, che la sua presenza a Solofra, oltre ad essere Istituzionale era anche di chi nella vita quotidiana fa il professionista e quindi, che, per rispetto di se stesso ha un avuto compito Deontologico che deve rispettare.
La ringrazio ma sono molto rammaricato, sia per l’atteggiamento che ha tenuto nei nostri confronti durante il suo intervento che nei confronti della CITTA’.
Diceva Sandro Pertini che una Nazione è civile se ha tre cose: Una buona Legge Elettorale, Una macchina della Giustizia che funziona, Una buona Costituzione.
Delle prime due, ahimè, in Italia non c’è traccia, ma per fortuna abbiamo una buona Costituzione, sia nel suo assito generale che nei principi fondanti per la ricerca della democrazia.
La Costituzione ci consente, grazie alla scelta dei Padri Fondatori, la possibilità di associarci, La Libertà associativa (Art 1).
La nostra associazione mi creda non è una “ SALA OPERATORIA” in cui cento medici pensano di uccidere il malato, ne il luogo in cui ci si possa dire “ noi siamo d’accordo su tutto quello che ci referenziate, diteci che cosa volete, se possibile fate presto, mandate le vostre truppe cammellate in sede al TAVOLO e noi accettiamo nei limiti di legge, tutto il possibile e, poi “ l’imprenditore” si può anche mettere a rischio dichiarando una cosa e poi facendo escamotage per fare quello che vuole.
Nell’interpretare il suo pensiero forse potevamo anche mandarle una lettera raccomandata anziché disturbare tutta quella onorata platea. In fondo in un giorno di inverno ci stavamo tutti a fare le nostre cose, anche vicino al camino di casa, valeva lo stesso. Soldi ed energie spese per nulla?

Come se non bastasse ad un certo punto, è andato via “OFFESO” perché ci siamo permessi di mostrarle un VERITA’ su questa provincia che lei bene conosce e che, mi creda, ci fa paura. Interi complessi abbandonati di immobili costruiti solo con il denaro pubblico, e nei quali oggi non si fa nulla, intere aree devastate dalla mano dell’uomo e che oggi sono solo un serio pericolo per l’ambiente e per il territorio. Tutto questo non c’é sul nostro territorio, a Solofra le Conceria “LE CCUNZERIE “ come si dice qua, sono stare realizzate con il sudore di imprenditori, operai, e grazie all’intuizione di uomini politici e non, abituati a suonare lo stesso spartito, onesti, che hanno guidato il processo di industrializzazione prima, e di delocalizzazione dopo. Se ha pazienza glie ne ricordo qualcuno: Luigi Russo, Pasquale Russo, Aniello De Chiara, Mario Famiglietti, Antonio Maffei e ancora, operai (uomini e donne) e coraggiosi imprenditori che sono stati, e sono, tutti i giorni dell’anno, in trincea a combattere anche contro una crisi lunga e difficile, ma che sanno trovare nuove strade e si mettono in cammino per il mondo per incontrare nuovi mercati e inventarsi nuovi mestieri. Ma, anche a Solofra in questo momento, purtroppo, c’è una diffusa povertà.

Ho condiviso e condivido TUTTO l’intervento dell’architetto De Maio Vincenzo giusto per fare chiarezza e per non fare il Diavolo e L’Acqua Santa, tanto Lei sa bene che le immagini utilizzate sono VERE, rappresentano uno spaccato della nostra Provincia anche essa in seria difficoltà e non è solo colpa della crisi. Le immagini mostrano interi territori sottratti all’uso agricolo , principale vocazione di quelle aree. Lei sa che in ogni comune c’è un PIP, e molti di questi sono abbandonati dentro i quali di fatto c’è solo il nulla.
Ma, per favore, ci lasci il piacere di parlarne, di che si offende, noi non volevamo farlo e se si è sentito turbato dal nostro dire, e solo per un malinteso, e comunque ci scusi abbiamo riportato, senza e se e senza ma, in stralcio di verità.
Non si turbi se i nostri giovani, in modo condiviso, professionisti cresciuti con i nostri sacrifici, ci hanno detto che cosa abbiamo fatto per loro, ci hanno messo in faccia la VERITA’, se abbiamo sbagliato chiediamo noi scusa a loro perché è loro il futuro, e se è giusto, come ritengo, facciamoci guidare, hanno spesso idee migliori e certamente più moderne.
In fondo è anche vero che quando si operano scelte sbagliate si fanno danni al territorio, alla economia e ad intere comunità, al bene di tutti.
Abbiamo conosciuto il criterio della lottizzazione del nucleo industriale solo per la delocalizzazione, ma ancora oggi a Solofra ci sono cimiteri di conceria chiuse dentro il tessuto urbano, alcune sono veri musei, che rimangono abbandonati, perché, nell’applicare il principio rappresentanza, abbiamo lasciato fare. Ora non lo faremo più, non vi lasceremo soli.
Presidente é andato via “offeso” insieme ai suoi uomini di scorta, io invece sono dispiaciuto per Lei perché ritengo che, senza falsa modestia, si è perso un dibattito ricco di proposte e di idee intelligenti anche per la presenza autorevole dei relatori ai quali abbiamo chiesto scusa noi per lei secondo il principio di rappresentanza.
Mi creda nessun’altro si è indignato non era nostra intenzione offendere nessuno e, tra l’altro, colgo l’occasione per ringraziarla del patrocinio che ha concesso alla manifestazione che di partitica non ha nulla, non abbiamo ne pettorale ne bandiere da sventolare. Le ribadisco che la nostra è una LIBERA ASSOCIAZIONE regolarmente costituita e ricca di intelligenze.
Ma come le ho pubblicamente accennato nel mio breve inciso di chiarimento , forse non m sono spiegato bene, quindi lo ribadisco, il nostro piccolo territorio che copre solo circa 28 Km2, di scelte scellerate ne ha subite tante, alcune sono ferite profonde e sono sotto gli occhi di tutti. Sono quelle scelte che hanno fatto sequestrare alla Magistratura oltre 200 dispositivi autorizzativi per la costruzione di case in aree non preventivamente lottizzate, sono quelle scelte che ci hanno consegnato un area industriale non curata dalla mancanza di manutenzioni sapendo bene, come che lei ha detto che, siccome non avete un avete avuto un centesimo, non la potete manutenere perché non avete, nelle vostre casse, le risorse per farlo, sono quelle che oggi vedono in centro dei servizi sofferente per carenza di idee mentre noi pensiamo, invece, che ne necessita un rilancio. E’ per questo che ripensare al Piano Regolatre ASI é PUBBLICO INTERESSE, è una questione SOCIALE!
Ecco perché vogliano NON LASCIARVI SOLI, perciò scusateci se ogni tanto vi disturberemo abbiate però la pazienza di ascoltarci, è un vostro dovere.

Tanto per essere ancora più chiari, la questione della concia ci “occupa” , come pure ci “occupa” quella della filiera, che tra l’altro abbiamo sempre avuto. Le tante confezioni in pelle attive sono una realtà territoriale, nei tempi passati qui si faceva anche la guanteria. Ma vorremmo, come nel nostro sacrosanto diritto, poter fare anche tutte le attività produttive, non inquinati, che ci consente la legge di fare. E’ smettetela, lo dico anche Michele, con questa storia delle mozzarelle, è sterile puerile, e se mi consentite questa si offensiva.
Insomma noi vogliamo aprire e offrire l’area industriale a nuove iniziative produttive non inquinati compatibili, alla ricerca, alla culture e senza nessun limite ne vincolo.
E’ questa una proposta scandalosa? Ritengo proprio di no. Ripeto ancora, e fino alla noia, che se vogliamo cambiare per crescere non possiamo continuare a fare solo le stesse cose commettendo anche i medesimi errori. Penso pure che, nel rispetto del direttiva comunitaria 2006/123/CE recepita dalla Regione Campania, non potete limitarci il diritto e all’esercizio dell’attività privata salvo quello vietato per motivi di pubblica utilità che possa arrecare danni all’ambiente e alla comunità. Anche per questo le procedure devono essere veramente snellite attivando ogni processo utile nell’interesse del popolo e nel rispetto della terra.
La crisi è anche una grande occasione, se presa per il verso giusto, é una benedizione perché chi la supera ha spalle forti, trova nuovi orizzonti, ma da soli non ci si esce. Abbiamo anche un sistema del credito che si sta riformando e riproponendo, insomma non vogliamo rischiare di rimanere al palo aspettando che nessuno decida o se lo fa, non lo attiva in tempo utile.
Mi permetta di darle un consiglio presidente “ oggi i TAVOLI, o servono a poco o addirittura non servono. E’ utile ascoltare territorio, anche usando gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione. In uno serve parlare con i cittadini recepire le loro esigenze.
Certo che le manderemo il nostro documento con le proposte, lo abbiamo già fatto con un protocollo, ma la prossima volta, voglia rimanere e, con pazienza, ascoltare la voce della Democrazia, metta da parte chi vuole difendere rendite di posizione, stia attento solo al pubblico interesse e al bene comune.
Agli imprenditori chiedo uno scatto di orgoglio, chiedo a loro di starci vicino per fare, una volta e per tutte, fronte unico. Non si difende il territorio da soli, ma lo si fa con il confronto.
Lei Presidente infondo é stato scelto da assemblee elettive per rappresentarci, può scegliere due vie: quella più facile, circondandosi di dotti, medici e sapienti attorni ai tavoli, oppure ricordandosi le sua storia, pensare che è tempo in cui ognuno di noi è attore e deve giocare la partita insieme a tutta la squadra avendo in sinergia il pubblico come dodicesimo uomo in campo. Quando abbiamo fatto così abbiamo raggiunto la massima serie senza sbagliare nulla.
L’invito, e quindi l’ipotesi, è quella di fare un percorso condiviso che certamente ci porterà allo scopo cioè, fare il bene comune per una comunità che è conosciuta in tutto il mondo per la grande capacità di avere dentro uno spaccato di persone , uomini e donne , laboriosi e capaci di produrre ricchezza economica e , mi creda, anche valore sociale e liberale. Non sono figlio di questa terra, ma grazie a questa comunità, che ho avuto l’onore di rappresentare, ho imparato che è possibile mettere insieme imprenditori e lavoratori, perché si possa scrivere una nuova pagina di Rinascimento. Se lo faremo, mi creda, ci riusciremo e bene.
Ora mi consenta di ringraziare il mio Presidente e tutti i Colleghi che hanno lavorato alla OTTIMA riuscita del convegno. Ho sentito che qualche imprenditore voleva intervenire nel dibattito, ci scusiamo se non è stato possibile dargli la parola, i tempi erano , purtroppo, brevi. Ma la discussione non finisce qui , ne si conclude attorno ad un TAVOLO degli addetti ai lavori, il dibattito è aperto per cui invito tutti a partecipare e a dire la loro senza avere PAURA, ricordandoci che in questo momento di buio possiamo colorare la Città mettendo a frutto l’esperienza e dando ali al talento dei giovani di Solofra a cui va il ringraziamento di Te.S.I.
A proposito Presidente ci dice per favore che fine ha fatto il PIANO REGOLATORE ASI INTERCOMUNALE proposto dal vostro precedente governo? Sono certo che mi darà una risposta, attendo riscontro.
AD MAIORA
GRAZIE
Ing. Gerardo RIZZO

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